La green supply chain, una transizione in atto
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Per i fornitori di servizi logistici il dilemma da risolvere sta nel conciliare la qualità di vita e i vincoli imposti dalla logistica urbana in un contesto in cui le esigenze dei clienti crescono sempre più. È veramente possibile garantire un traffico scorrevole man mano che si moltiplicano le richieste di consegna? Si può garantire la rapidità di inoltro delle merci con costi di trasporto ridotti?
Quando considerate da un punto di vista logistico, le esigenze dei consumatori sono assolutamente antitetiche. I consumatori desiderano ricevere le merci dove e quando vogliono, al minor costo, e senza pagare per le conseguenze ambientali e sociali delle loro richieste. La questione rimane delicata ed è assimilabile ad un’equazione impossibile da risolvere, considerata la diversità di obiettivi degli stakeholder in gioco.
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Per ridurre il costo delle consegne dell’ultimo miglio, che da solo rappresenta circa il 20% delle spese di trasporto delle merci, l’unica soluzione oggi percorribile sembra essere la ristrutturazione delle strutture logistiche urbane. Tuttavia, il prezzo e la penuria di terreni urbani spingono le comunità, i committenti e i 3PL a inventare nuovi tipi di piattaforme logistica.
I logistici si trovano ad affrontare una sfida importante: proporre nuovi modelli di organizzazione adatti di volta in volta alle politiche commerciali, urbanistiche ed ecologiche che sono attuate sui territori di riferimento. Attualmente sono allo studio numerose sperimentazioni volte a utilizzare le strutture di proprietà di imprese ferroviarie o fluviali, come anche a sviluppare concezioni di poli logistici di tipo misto che ospitino tipi di attività differenti.
Da alcuni anni si sono fatte strada esperienze numerose e diversificate nel settore dei trasporti multimodali e della creazione di piattaforme logistiche condivise nelle aree urbane. Vediamo insieme un piccolo elenco di esempi concreti.
Nell’ottica di conciliare la logistica urbana e la qualità di vita, sono molti i distributori che hanno adottato una strategia multimodale tuttora in fase di sperimentazione. L’approvvigionamento dei negozi affiliati alla catena Monoprix nel perimetro urbano del centro città di Parigi mette insieme il trasporto ferroviario (che collega i depositi a una piattaforma logistica situata a Bercy, un quartiere meridionale della città), alle consegne effettuate per mezzo di camion alimentati a gas naturale equipaggiati con dispositivi antirumore, e di veicoli elettrici nelle strette vicinanze dei consumatori.
I negozi della catena Franprix affiliati al gruppo Casino sono approvvigionati nelle zone del centro della capitale francese tramite la Senna, grazie ad una partnership siglata tra XPO Logistics e Porti di Parigi e le vie navigabili di Francia. Questo stesso trasporto fluviale è proposto dall’operatore belga Blue Line Logistics per la consegna di materiali pesanti, mentre l’area metropolitana di Saint-Étienne aveva scelto di riciclare un’ex vettura tranviaria destinata al trasporto merci.
In materia di organizzazione e massificazione dei trasporti destinati al centro città, la regione della Grand Lille al Nord della Francia si distingue per la creazione di un centro multimodale di distribuzione urbana. Questo spazio logistico multiattività è distribuito su una superficie di 8 ettari all’interno della zona portuale della città.
La conurbazione di Saint-Étienne si impone di per sé come vero e proprio laboratorio destinato alle consegne urbane, con la condivisione della piattaforma di distribuzione delle merci consegnate nel cuore della città grazie a una flotta di veicoli elettrici. Nella città di Parigi, il progetto internazionale Chapelle rappresenta un caso concreto di sperimentazione con la costruzione di un polo logistico di 45.000 m2 su un vecchio snodo ferroviario situato a Porte de la Chapelle, nel 18° arrondissement.
Se da un lato i committenti dimostrano interesse per il settore della logistica urbana, il tema non smette di rappresentare un problema per i 3PL, che devono confrontarsi con distributori che rifiutano di ricevere le spedizioni contestualmente ai concorrenti. Ciononostante, queste reticenze non impediscono ai vettori di investire in questo tipo di iniziative.
È il caso, ad esempio, di XPO, che quest’anno ha inaugurato in Spagna una piattaforma logistica dedicata al last-mile delivery. “Siamo entusiasti all’idea di utilizzare le nostre competenze sull’ultimo miglio per aiutare i nostri clienti in Spagna a fidelizzare i consumatori attraverso un’esperienza clienti di qualità, fino alla porta di casa”, ha affermato Luis Gomez, Direttore generale dei trasporti di XPO.
Le iniziative descritte implicano sfide considerevoli sia per i distributori che per i vettori e, in un futuro prossimo, è probabile che arrivino ad imporsi sul mercato della logistica urbana. Al momento è però difficile prevedere con esattezza le modalità di trasporto e consegna che saranno richieste e adottate. Nel frattempo, in ambito 3PL si moltiplicano le attività di ricerca e sviluppo che perseguono obiettivi ambiziosi: migliorare i processi, creare architetture di rete, ma soprattutto definire soluzioni operative adeguate ai vincoli delle consegne nei centri città.
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