La green supply chain, una transizione in atto
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Il primo utilizzo della blockchain aveva permesso nel 2008 di creare i Bitcoin, l’ormai nota valuta virtuale. Oggi tuttavia la blockchain non è più limitata esclusivamente al settore finanziario. La tecnologia blockchain consente di archiviare e trasmettere le informazioni in modo trasparente e sicuro, con una particolarità: funziona in modo distribuito senza un’autorità di controllo centrale.
Per estensione del concetto, la blockchain designa oggi un database creato a partire da questa tecnologia. Questo database sicuro, condiviso tra numerosi utenti senza intermediari, conserva la cronologia delle transazioni effettuate dagli utenti autorizzati affinché ognuno possa verificare la validità della catena su tutti i blocchi della rete. Può quindi trovare applicazione in numerosi settori di attività, come il monitoraggio della supply chain.
La tracciabilità designa la possibilità di conoscere l’origine di un prodotto e poterne seguire il percorso lungo l’intera catena di trasformazione e di distribuzione. Le regole in materia di tracciabilità sono definite da norme emesse da organismi di controllo a livello nazionale ed internazionale, e variano in funzione della natura delle merci. Ad esempio, sul territorio dell’Unione Europea la tracciabilità dei prodotti alimentari è posta sotto il controllo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
La blockchain offre numerosi vantaggi per il settore della supply chain: è programmabile, è affidabile e consente di ottenere informazioni in tempo reale sulle transazioni per intervenire tempestivamente in caso di imprevisti. Queste caratteristiche intrinseche ne fanno un vessillo di qualità per le aziende, in particolare nel settore dell’agroalimentare.
Nell’ambito della catena di distribuzione, l’automatizzazione di alcune attività consente di aumentare l’efficacia e la rapidità di elaborazione. Grazie ad una blockchain programmabile, è possibile prevedere ad esempio l’esecuzione automatica dei pagamenti al ricevimento delle merci. In caso di mancata ricezione di un ordine, allo stesso modo è possibile avviare un processo automatico di gestione delle controversie.
In una catena di tracciabilità il valore aggiunto offerto dalla blockchain è rappresentato proprio dalla sua inviolabilità e dalla valenza probante. Gli utenti non possono alterare la catena perché la rete è protetta e detenuta in modo congiunto da più soggetti. Le informazioni contenute all’interno della rete sono infatti considerate sicure e inattaccabili, e la catena non può essere operata da soggetti che hanno interessi economici e politici.
Con la blockchain, i vari attori della catena del valore possono inoltre rilevare problemi o attacchi fraudolenti in tempo reale. Ad esempio, in caso di intossicazione alimentare gli ingredienti sotto accusa potrebbero essere identificati nel giro di pochi secondi anziché di settimane.
Nel settore agroalimentare l’utilizzo della blockchain può contribuire ad accelerare il processo di identificazione delle fonti di contaminazione di un prodotto. A livello pratico, ogni operatore della catena di approvvigionamento non fa altro che registrare nella blockchain tutte le operazioni effettuate finalizzate alla distribuzione dei prodotti. Ripercorrendo a ritroso la filiera, sarà così possibile individuare più rapidamente un eventuale vettore di contaminazione dalla produzione fino al luogo di vendita.
Il gruppo Carrefour, ad esempio, ha appena creato la prima blockchain agroalimentare in Europa per garantire la tracciabilità della propria filiera avicola proveniente dagli allevatori della regione dell’Alvernia. Ogni fase della produzione, trasformazione e immagazzinaggio dei volatili – dall’incubazione, all’allevamento, all’alimentazione, abbattimento, immagazzinaggio, fino alla vendita – viene registrata e costituisce un elemento della blockchain protetto da accessi personalizzati a tutti i livelli della catena.
Quando si parla di blockchain nella supply chain, i vantaggi sono molteplici, perché consentono agli operatori di accrescere la loro efficacia operativa e di migliorare l’immagine del marchio.
Oggi per una spedizione di merci internazionale sono necessari mediamente controlli da parte di 30 organismi differenti affinché una spedizione possa giungere a destinazione. Queste ispezioni si basano ancora fondamentalmente sulla verifica manuale dei documenti cartacei. Se manca un documento giustificativo, viene bloccato l’intero container (e talvolta persino più di uno).
La somma di tutte queste operazioni rallenta inevitabilmente la consegna delle merci, generando costi non certo irrisori per gli operatori della supply chain. Fortunatamente, l’utilizzo della blockchain contribuisce ad appianare questi ostacoli.
La blockchain è una tecnologia a basso costo che sta riscuotendo sempre maggior successo nel settore della logistica perché non vincola gli attori economici che vi partecipano a investimenti importanti.
A livello di marketing, un marchio che decide di optare per la blockchain può migliorare sensibilmente la propria immagine ed aumentare la fiducia dei consumatori nei suoi prodotti. Come? Prendiamo ad esempio il caso del marchio di moda francese Baby Ghost, che utilizza la blockchain per il monitoraggio dei propri capi di abbigliamento e accessori dalla collezione primavera/estate 2017.
Grazie a un chip NFC o all’acquisizione di un codice QR incorporato in ogni articolo, il consumatore può accedere allo storico completo del prodotto acquistato e verificare così l’autenticità dei propri acquisti. Questa tecnologia ha permesso al marchio Baby Ghost di aumentare le interazioni con i propri clienti, offrendo un valido esempio di come la blockchain racchiuda un vero potenziale di marketing per le aziende desiderose di instaurare un buon rapporto con i propri clienti.
Per approfondimenti: La blockchain sostituirà il modello SaaS?
La blockchain si profila come un’opportunità senza precedenti perla supply chain, in particolare per il settore agroalimentare. Per beneficiare appieno del potenziale offerto da questa tecnologia, restano tuttavia ancora da superare diversi ostacoli, come ad esempio le complessità legate all’implementazione e allo sviluppo di questa tecnologia, la definizione di alcuni aspetti di natura politica e giuridica relativi al trattamento dei dati personali, ecc.
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