La green supply chain, una transizione in atto
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Ai fini dell’attuazione del modello di clearance, l’amministrazione italiana ha dovuto ottenere una deroga dall’Unione Europea in merito agli articoli 218 e 232 della Direttiva 2006/112/CE. L’obbligo si applica esclusivamente alle aziende che emettono fatture all’interno del territorio italiano. Oggi il meccanismo riguarda 3,6 milioni di aziende italiane, tra i 5 milioni di società registrate. La differenza è rintracciabile nei soggetti passivi che beneficiano di un’esenzione grazie ad un fatturato dichiarato inferiore ai 65.000 euro. Il modello di clearance comprende anche la fatturazione verso la Pubblica Amministrazione, che si aggira intorno ai 30 milioni di fatture scambiate ogni anno tra 1 milione di imprese e 23.000 amministrazioni pubbliche. Il modello di clearance all’italiana è basato sull’ormai familiare server di scambio denominato Sistema di Interscambio (SDI), interposto tra il soggetto emittente la fattura e il suo destinatario. L’SdI registra le fatture, le trasmette e le archivia, e genera un feedback sull’elaborazione della fattura, definendo cioè se sia un documento accettabile dal sistema o se invece sia da scartare. Dall’inizio del servizio a fine settembre erano state scartate complessivamente il 2,6% delle fatture.
A nove mesi dall’attuazione del modello di clearance, l’amministrazione italiana ha redatto un bilancio positivo della misura. Erano state trasmesse 1,4 miliardi di fatture, ripartite come segue:
Nei primi 9 mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, l’amministrazione ha incrementato il suo gettito fiscale IVA di 2,01 miliardi. 900.000 aziende hanno automatizzato interamente i loro processi di fatturazione attraverso un’interfaccia con il software di contabilità aziendale come Generix Invoice Services.
Questi dati devono essere tuttavia calati nel contesto specifico. Secondo le stime prodotte da un rapporto dell’Unione Europea nel 2017, il nostro Paese occupa purtroppo il primo posto nella classifica europea dell’evasione IVA, con un danno stimato per le entrate statali pari 33,6 miliardi di euro.
Nel suo processo di digitalizzazione delle fatture, l’Italia è stata pioniere in Europa scegliendo il modello di clearance anziché quello del post-audit. Il Paese si distingue oggi per la singolarità di questo processo, con l’obbligo della fatturazione elettronica esteso a tutti i settori: B2B, B2G e B2C.
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