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E-commerce, Trends
October 17, 2023

La fine dei resi gratuiti rafforza l’e-commerce

L’e-commerce ha smesso di essere un canale eccezionale ed è ormai parte della quotidianità, con ripercussioni sulla logistica inversa.

Negli ultimi anni, grazie anche alla spinta della pandemia, le vendite online hanno registrato in tutto il mondo una crescita esponenziale. Durante i lockdown le aziende che avevano a disposizione gli strumenti per gestire i magazzini e vendere online hanno sicuramente goduto di un enorme vantaggio iniziale, ma è anche vero che molte altre realtà hanno dimostrato di essere sufficientemente agili da affermarsi nel mondo del commercio elettronico con grande velocità.

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Evoluzione dell’e-commerce in Italia

In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio E-commerce B2C Netcomm della School of Management del Politecnico di Milano, dal 2018 al 2022 il valore del commercio elettronico è passato da 27,5 a circa 48 miliardi di euro, facendo registrare una crescita di oltre il 74%. Questo boom delle vendite online non è stato un fenomeno passeggero. Al contrario, ha reso possibile il consolidamento dell’e-commerce come canale ormai completamente affermato in grado di rivoluzionare – come ha fatto e continuerà a farlo – l’intero retail e in generale tutte quelle attività commerciali rivolte al cliente finale.

La sfida dei resi online

Il tempo in cui i consumatori dovevano essere “convinti” a effettuare acquisti e pagamenti online è ormai lontano: un cambiamento avvenuto ad una velocità impressionante, come accade per tutto ciò che riguarda il mondo digitale. Una volta consolidato il canale delle vendite online, è emersa la necessità di fare i conti anche con la logistica inversa. Secondo i dati del Delivery Index di Netcomm, nel primo trimestre del 2023 in Italia sono stati spediti 160 milioni di pacchi come risultato di acquisti online e la quota dei resi sul totale è stata pari al 5,4%, con valori massimi per il settore dell’informatica ed elettronica (9,3%) e minimi per healthy & beauty (2,6%).

Alcune imprese di riferimento, come Zara, H&M o Zalando, stanno gradualmente modificando le proprie politiche di reso, introducendo limiti in alcuni Paesi, nei volumi di reso o nelle modalità di consegna attraverso i negozi fisici.

Naturalmente i resi più costosi per il venditore sono quelli ritirati a casa del cliente, che fra l’altro rappresentano gran parte del totale, per cui le aziende stanno riducendo la gratuità di questo specifico segmento, limitandola ai resi realizzati in negozio o attraverso canali meno onerosi. In ogni caso, seppur a pagamento, i resi rimangono comunque una realtà molto complessa da gestire. Infatti, un addetto di un magazzino automatizzato destinato all’e-commerce può arrivare a elaborare fino a 30 articoli al minuto, ma può impiegare una media di 10 minuti per elaborare il reso di un solo articolo (rapporto di 300:1).

Affidarsi alla tecnologia per ridurre il volume dei resi

La tecnologia, che ha determinato il grande successo del canale online, può essere di grande aiuto anche per ridurre i volumi dei resi grazie all’intelligenza artificiale (AI). Ad esempio, molte aziende nel settore della moda, il comparto più interessato dalla logistica inversa, trattano il problema con soluzioni tecnologiche che consentono al consumatore di evitare errori relativi alla taglia o al modello da comprare. Walmart, Amazon e molte altre realtà di minori dimensioni, infatti, si stanno dotando di software che permettono ai propri clienti di “provare” virtualmente capi d’abbigliamento o accessori prima di concludere l’acquisto online.

Secondo una ricerca condotta da Foresight Factory per la piattaforma social Snapchat in 12 Paesi a livello globale, l’utilizzo della realtà aumentata nell’e-commerce della moda e dell’abbigliamento potrebbe evitare in Italia oltre un terzo dei resi (37%), pari a un risparmio medio di circa 272 milioni di euro all’anno. Più del 40% dei capi restituiti, infatti, continua a essere legato a errori di taglia, un problema che il cosiddetto try-on virtuale potrebbe risolvere.

L’economia e l’UE spingono verso una riduzione dei resi online

In aggiunta a quanto detto finora, lo scorso 22 maggio il Consiglio dell’Unione Europea ha introdotto alcune modifiche alla proposta di regolamento sull’ecodesign, tra cui lo stop alla distruzione dei prodotti tessili invenduti e una maggiore ambizione nella definizione dei parametri di progettazione ecocompatibile. Se a tutti questi aspetti descritti aggiungiamo l’aumento dei prezzi dei carburanti degli ultimi mesi e le sempre più frequenti limitazioni alla mobilità urbana, che hanno un impatto decisivo sulla gestione dell’“ultimo miglio”, il risultato è che la logistica inversa, inseparabile dall’e-commerce, rende assolutamente imprescindibile l’adozione di software di gestione logistica per l’e-commerce e trasporto in un contesto B2C come quello attuale.

Grazie a una lunga esperienza a livello internazionale nell’implementazione di sistemi di gestione magazzino (WMS) in contesti di e-commerce, come Generix WMS e-Logistics, Generix Group mette a disposizione dei propri clienti una serie di soluzioni in grado di creare efficienze lungo tutta la supply chain e di generare un incremento dei margini operativi, anche in termini di ottimizzazione della logistica inversa.

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