Le tre sfide dell’industria lattiero-casearia: crescita, innovazione e sostenibilità
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La logistica è responsabile dell’emissione di oltre 3.200 milioni di tonnellate di CO2 nel mondo. Quasi la metà di queste emissioni è attribuibile al trasporto su strada (1.450 milioni di tonnellate) [1]. Di fronte a questa situazione, le aziende stanno implementando soluzioni per rendere la loro supply chain meno inquinante. E quindi, il termine green supply chain fa riferimento alle varie azioni intraprese per limitare l’impatto ambientale della logistica di un’ azienda. Sebbene la leva di azione più incisiva sia rappresentata spesso dai trasporti, il campo di applicazione della logistica green è molto più ampio: stoccaggio, consumo di energia, gestione delle risorse, limitazione della produzione di rifiuti, ecc. L’approccio è globale, dall’approvvigionamento delle materie prime alla distribuzione dei prodotti, fino al riciclaggio e alla seconda vita.
La transizione verso modalità più sostenibili può avvenire in modo del tutto volontario o in risposta a vincoli normativi. Rivolgendosi alla green supply chain, le aziende :
L’eco-logistica è un processo di miglioramento continuo. Per poter monitorare i risultati di ogni singola azione ed evitare accuse di greenwashing, è necessario definire obiettivi chiari e quantificabili. Ti consigliamo di utilizzare il metodo SMART per gli obiettivi:
Esempio: aumentare il fattore di carico dei camion dal 75% all’85% in 4 mesi grazie all’uso appropriato di uno strumento di gestione collaborativa degli approvvigionamenti che consentirà di raggruppare gli ordini.
Esempio: aumentare il fattore di carico dei camion dal 75% all’85% in 4 mesi grazie all’uso appropriato di uno strumento di gestione collaborativa degli approvvigionamenti che consentirà di raggruppare gli ordini.
Il primo passo è fare un bilancio della tua supply chain, degli attori e dei flussi che la compongono. Identificate i punti della supply chain che consumano energia o causano inquinamento (emissioni di CO2 e produzione di rifiuti in particolare). Per ognuno di questi punti, è necessario disporre degli strumenti giusti per raccogliere i dati. Si può trattare, ad esempio, delle bollette energetiche o delle informazioni contenute nel TMS, nel WMS, ecc. Si passa poi alla fase di analisi di questi dati per valutare le possibilità di miglioramento.
Questo approccio deve coinvolgere tutte le parti interessate per assicurarsi il loro sostegno. A tal fine, è essenziale la comunicazione, sia interna che esterna. Anche il coinvolgimento di un fornitore di servizi terzo può rivelarsi vantaggioso per :
Come abbiamo sottolineato in precedenza, il trasporto è l’elemento che può avere il maggiore impatto ambientale sulla supply chain. Per migliorare gli indicatori, è possibile dotarsi di un software che permetta di agire su questo parametro. In particolare, l’utilizzo di un TMS ti aiuterà a trovare le migliori soluzioni di trasporto. È inoltre possibile incoraggiare la condivisione delle risorse con uno strumento di rifornimento collaborativo.
Ripensare la pallettizzazione per ottimizzare il carico dei camion e dei magazzini e limitare l’eccesso di imballaggi sono tutte buone pratiche che fanno parte di una strategia di logistica green.
L’eco-logistica sta dando impulso all’economia dell’usato. Non vediamo più il ciclo di vita di un prodotto in termini lineari, ma in termini circolari. Questo vale non solo per i beni, ma anche per tutti i materiali utilizzati nella supply chain. L’obiettivo è quello di orientarsi verso il riutilizzo, il recupero o il riciclaggio, evitando così l’eccessivo sfruttamento delle risorse.
Magazzini, uffici, veicoli… La logistica è una catena particolarmente onerosa dal punto di vista energetico. Per limitarlo, possiamo considerare :
La scelta delle soluzioni migliori dipenderà dai risultati della vostra valutazione preliminare e dai vostri vincoli. [1] Statistiche OCSE, riportate da Le Monde.
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