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Il ritorno alla normalità sarà lento e graduale e questo favorirà il consolidamento dell’e-commerce.
Una volta superata la pandemia, non elimineremo gli account online creati durante l’emergenza. Al contrario, manterremo i nostri account già creati per gli acquisti online e forse ne apriremo di nuovi, così da poterli confrontare. Fra quelli che non elimineranno il proprio account, ci sarà sicuramente chi ha scoperto che poter fare acquisti senza uscire di casa, per quanto obbligato a farlo, tutto sommato non era poi così male. A questi si aggiungeranno anche coloro che hanno effettuato un solo acquisto, o magari nessuno, perché scoraggiati all’ultimo minuto dai lunghi tempi di consegna di queste settimane così complicate.
A quanto pare, questo è lo scenario che si prospetta per l’e-commerce, le cui cifre hanno visto un’impennata durante una quarantena che non ci lascerà così facilmente, ma vedrà un ritorno alla normalità graduale costringendoci a trascorrere più tempo in casa, e meno all’aperto. Avremo quindi altre occasioni di sperimentare nuovamente l’account appena aperto, nella speranza che questa volta gli ordini effettuati vengano consegnati più celermente.
Jorge Sena, Partner, Head of Commercial (Offices, Retail and Logistics) di Knight Frank, azienda leader nel mondo del settore immobiliare, sostiene che la crisi causata dal Covid-19 “cambierà completamente il nostro rapporto con i negozi intesi come luoghi fisici, con ripercussioni a catena su retailer e i proprietari e, indubbiamente, sulla logistica connessa a queste attività”. Sena prevede inoltre che “se prima della pandemia, in Italia il 7% delle vendite avveniva in modalità e-commerce (dati Osservatorio del Politecnico di Milano), è molto probabile che dopo la pandemia questa quota arrivi a raggiungere un numero a doppia cifra”.
L’incertezza è ancora tanta. Non si può escludere che la crescita del commercio online raggiunga i tassi del 17% del Regno Unito o del 15% della Germania, cifre relative alle vendite online registrate prima della pandemia. Non stupirebbe, infatti, se in tutti i paesi europei si verificasse un aumento vertiginoso di queste cifre. Quello che è sicuro è che anche le aziende del largo consumo che erano ancora abituate ai canali tradizionali, dai produttori di succhi di frutta e brodi pronti ai grandi birrifici, ora vendono i propri prodotti anche online.
Se si assisterà a questo cambiamento, e tutto fa pensare che sarà così, molti produttori avranno bisogno di nuovi strumenti di gestione logistica che consentano loro di rispondere a un mercato completamente estraneo alla distribuzione tradizionale con cui si sono rapportati finora. Per fare un esempio concreto: la gestione dei magazzini dovrà essere completamente ripensata per poter rispondere a una preparazione degli ordini al dettaglio abituata a tempi di consegna molto agili, alle possibilità di reverse logistics e a tutta una serie di caratteristiche della logistica dell’e-commerce che dovranno convivere con la classica preparazione pallettizzata e che, senza alcun dubbio, spingeranno molte aziende a modificare la gestione dei propri magazzini anche adottando soluzioni WMS avanzate.
Come se non bastasse, il ritorno alla normalità rischia di essere lento e, anche ammesso che si torni alla normalità così come la conoscevamo prima del Coronavirus, ci sarà un periodo di ripresa più o meno lungo durante il quale le imprese dovranno continuare a vendere, e lo potranno fare solo se disporranno degli strumenti adatti per agire all’interno di un quadro di riferimento molto più complesso di quello abituale.
L’uscita dalla crisi causata dal Covid-19 porterà con sé molte incognite ed è difficile prevedere quali saranno i cambiamenti futuri. Tuttavia, il consolidamento e la crescita dell’e-commerce sono aspetti che sicuramente entreranno a far parte della nostra quotidianità, a partire da quell’account utente che in molti di noi hanno aperto “durante la quarantena”.
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