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Magazzino, Supply Chain
September 7, 2022

Ridurre l'impatto ambientale del trasporto merci

Per quanto nevralgico, il settore del trasporto merci su gomma deve reinventarsi per via del suo non trascurabile impatto ambientale. Su questo tema è stata presentata al Senato francese una relazione informativa che raggruppava 40 proposte. Un caso studio interessante per l’Italia, la cui struttura del trasporto merci è molto simile a quella della Francia. A prescindere dall’adozione o meno di eventuali misure per la salvaguardia dell’ambiente, i trasportatori possono agire sin da subito ottimizzando la gestione del trasporto per mezzo di un TMS. Chiariamo un po’ le idee con qualche esempio.

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Come sottolineato nella relazione informativa presentata al Senato francese a maggio del 2021 , il settore del trasporto merci è fondamentale per la vitalità del Paese. Oltre a consentire l’operatività di aziende e servizi pubblici attraverso l’inoltro di molti prodotti, costituisce un asset economico vitale, così com’è per l’Italia, in cui il trasporto e la logistica rappresentano il 5% del PIL nazionale e forniscono 1,1 milioni di posti di lavoro.

Questa importanza sembra aumentare sempre più: nel 2021 il traffico stradale di veicoli pesanti è cresciuto nel nostro Paese, superando i livelli pre-pandemici.

Il trasporto su gomma prevale rispetto alle altre modalità sia in Francia che in Italia, dove copre l’80 % del trasporto interno delle merci. Questa posizione dominante va a scapito del trasporto ferroviario, nonostante la crescita dell’8% registrata da questo comparto nel 2021 rispetto al 2019 (anno precedente la pandemia). Rimane marginale, in entrambi i Paesi, la quota degli scambi fluviali.

+ 6 % l’aumento dei gas serra legati al trasporto merci dal 20151

Se da un lato la prevalenza del trasporto su gomma ha origini di varia natura (stato di deterioramento delle reti ferroviarie e fluviali, costo inferiore, maggiore flessibilità, ecc.), per contro porta con sé una conseguenza che non può essere certo sottovalutata: l’inquinamento ambientale. Ciò è testimoniato dal fatto che i soli veicoli commerciali pesanti sono responsabili del 23% delle emissioni di gas serra del settore del trasporto, ovvero più del 7% di tutte le emissioni nazionali.1

40 proposte per ripensare il trasporto merci

Nonostante siano stati già intrapresi degli sforzi per invertire questa triste tendenza, come ricordato anche dai relatori del progetto, la diminuzione della carbon footprint del trasporto merci su gomma costituisce un obiettivo che ha carattere di assoluta priorità. Per raggiungerlo, due senatori francesi hanno stilato un elenco di 40 proposte tese all’azione più o meno nel lungo termine, incentrate su quattro grandi temi.

  • Diversificare le modalità di trasporto: la relazione raccomanda innanzi tutto di rafforzare la complementarità delle diverse modalità di trasporto e sviluppare l’utilizzo della modalità ferroviaria. Per farlo, si possono prendere in considerazione diverse opzioni, come il rinnovamento delle reti ferroviarie, l’aggiornamento dei treni, o una maggiore attenzione nell’ambito degli appalti pubblici alle modalità di trasporto utilizzate dagli operatori.
  • Limitare i disagi legati al trasporto su gomma: semplificazione del decreto di divieto di circolazione ai veicoli commerciali pesanti, creazione di zone a traffico limitato, inasprimento di controlli e sanzioni, migliore informazione degli amministratori locali riguardo al quadro normativo a loro disposizione… Tutte queste proposte sono state avanzate nell’ottica di contrastare più efficacemente le problematiche legate all’autotrasporto (inquinamento ambientale e acustico, congestione del traffico, numero di incidenti, ecc.).
  • Adottare una strategia di decarbonizzazione: dinanzi alle reticenze del settore a limitare il consumo di energia e l’impatto ambientale, la relazione raccomanda di realizzare rapidamente una roadmap per la transizione della flotta dei veicoli commerciali pesanti. Nel contempo, i relatori del progetto propongono di sviluppare il sostegno ai biocarburanti e all’elettrificazione (bonus ecologico, premio alla conversione, ecc.), di modificare la tassazione vigente (soppressione del rimborso della TICPE, la tassa interna sul consumo dei prodotti energetici, creazione di un’ecotassa, ecc.) o ancora promuovere alcune best practice (ad esempio, divieto di sorpasso su alcune tipologie di strade statali).
  • Reinventare il trasporto urbano delle merci: oltre ai problemi già elencati (livelli di rumorosità, incidenti, ecc.), il trasporto merci sarebbe responsabile di un terzo dell’inquinamento dell’aria nei contesti urbani1. Per correre ai ripari, la relazione suggerisce in particolare di rafforzare il controllo dei veicoli adibiti alle consegne (ispezioni tecniche, formazione obbligatoria, ecc.), di promuovere l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale (tramite il super ammortamento, ad esempio), di condividere le consegne dell’ultimo chilometro e di sensibilizzare i consumatori nei confronti delle sfide ambientali legate alla consegna (divieto di pubblicità in caso di consegna gratuita, indicazione del bilancio di CO2 relativo alle soluzioni di consegna, ecc.).

Il TMS, uno strumento indispensabile per ridurre la carbon footprint

L’eventuale entrata in vigore di alcune di queste proposte potrebbe rivoluzionare considerevolmente l’attività dei player del trasporto e della logistica. Le aziende sono quindi incentivate ad affrontare questo tema in modo risoluto. Il primo passo da compiere in questa direzione è quindi: ottimizzare l’intera supply chain tramite l’adozione di un TMS (Transport Management System), come ad esempio Generix TMS.

Questo software gestione trasporti permette di tenere sotto controllo l’’impronta ecologica delle proprie operazioni di trasporto, grazie a numerose funzionalità fondamentali:

  • La misura dell’impatto ambientale: l’implementazione di un software TMS permette innanzi tutto di misurare l’impronta di carbonio della funzione trasporto, in particolare tramite una migliore conoscenza dell’attività. Questa informazione consente alle aziende di prendere delle decisioni maggiormente consapevoli a monte, nonché di fornire, anche visibilità ai clienti su questo dato.
  • L’ottimizzazione dei giri: grazie a un miglior controllo del noleggio e delle consegne, il TMS permette di ridurre i chilometri percorsi e di aumentare l’indice di saturazione dei mezzi. Due leve indispensabili per intervenire concretamente sul costo del trasporto e delle merci in termini ambientali.
  • La simulazione predittiva: il TMS permette di simulare diversi scenari, in particolare per quanto concerne la modifica di un attività o l’entrata in vigore di una nuova normativa, potendo in tal modo prevedere e misurare l’impatto di queste o di altre misure. L’azienda può quindi impegnarsi in una vera e propria strategia di riduzione del proprio impatto ecologico, con la piena consapevolezza dei vantaggi che potrà ricavarne.

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1 Transport de marchandises face aux impératifs environnementaux – Senato francese – 2021

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