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Supply Chain
December 4, 2019

Trasporto multimodale: un asso nella manica per gestire l'internazionalizzazione

Dal punto di vista economico sembra un dato assai positivo il fatto che negli ultimi anni le attività legate al trasporto si siano fortemente sviluppate grazie alla globalizzazione degli scambi. Di fronte all’accelerazione dei flussi di merci e di viaggiatori, i player della supply chain hanno dovuto tuttavia rivedere le loro strategie in materia di offerta, in particolare per quanto riguarda la domanda e le norme di regolamentazione.

In questo scenario, il trasporto multimodale si presenta come una soluzione adeguata per rispondere alle esigenze dei consumatori e alleggerire il problema della saturazione delle reti. Con nuove metodologie operative che cambiano le carte in tavola sullo scenario internazionale e stimolano l’innovazione nel campo della logistica e dei trasporti.

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Le nuove sfide del trasporto internazionale

Declinata su scala internazionale, oggi la supply chain è subordinata a numerosi fattori da considerare se si vogliono offrire le soluzioni di trasporto più efficaci. Ma quali criteri in particolare vanno rispettati per soddisfare le esigenze dei consumatori nel mondo?

Nuove modalità di consumo

Diversità delle abitudini di consumo a seconda del paese e delle zone di residenza, mutamento delle aspettative dei clienti nei punti vendita, maggiore esigenza in fatto di consegna… I nuovi comportamenti d’acquisto che si stanno ormai sviluppano in tutto il mondo impattano fortemente sui servizi logistici.

Fine dell’epoca del “one- fits- all”

Diversamente da quanto si era avvezzi a pensare in passato, la globalizzazione oggi non è più sinonimo di standardizzazione. Il concetto del “one- fits- all” , una soluzione valida per tutti, si è evoluto e le abitudini di consumo si declinano in modo assai diverso da un paese all’altro.

Le aziende che operano nel settore dell’export devono poter rispondere nel modo più accurato possibile alle esigenze locali. La chiave di volta sullo scenario internazionale passa quindi attraverso la personalizzazione dell’offerta.

Profili cliente variabili in funzione delle culture

Per avere successo a livello internazionale, le aziende devono affrontare modalità di consumo diverse a seconda delle abitudini culturali. Le strategie per gli scambi commerciali messe in atto dalle aziende devono necessariamente tener conto delle specificità regionali.

Se, da un lato, Europa e Stati Uniti hanno una strategia assimilabile, le tendenze e-commerce si traducono in modo totalmente diverso negli altri paesi, in particolare per quanto riguarda i servizi. In Cina, ad esempio, le aziende devono soddisfare le esigenze di due grandi categorie di consumatori: una popolazione urbana alla ricerca di qualità e servizi, e una popolazione rurale che acquista in massa prodotti a basso costo.

Sul mercato africano, di per sé assai promettente, i professionisti si aspettano grandi ritorni dall’implementazione dei servizi bancari e delle infrastrutture intesi a colmare il divario tecnologico.

Crescente urbanizzazione e diversificazione della domanda

Come si sa, la tendenza mondiale sul piano sociologico va verso l’urbanizzazione. Secondo uno studio pubblicato a New York dall’ONU nel maggio del 2018 dal 55% del 2018, La popolazione mondiale residente nelle aree urbane passerà al 70% nel 2050. Le aspettative e le necessità dei consumatori si evolveranno quindi inesorabilmente anche in ragione di questo fattore. I clienti già adesso tendono a gradire sempre di più i negozi di piccole dimensioni e di prossimità, caratterizzati da spazi ridotti per stoccare le merci, e a chiedere sempre maggiori servizi, quali ad esempio la consegna a domicilio o il click & collect.

Da un lato gli acquisti di beni di consumo si svolgono sempre più spesso via Internet, ma dall’altro i clienti desiderano anche vivere un’esperienza d’acquisto diversa all’interno dei punti vendita. Le aziende che un tempo puntavano sui prezzi bassi e sulla modalità self-service, oggi devono rimettere in discussione tutte le loro strategie di marketing.

Tra le principali sfide del trasporto globale si iscrive innegabilmente la questione dei termini di consegna, una problematica indubbiamente spinosa per i player della supply chain, già penalizzati dai problemi di capacità delle infrastrutture e dalle difficoltà di reperimento della manodopera.

La capacità delle infrastrutture di trasporto: una sfida notevole

Indipendentemente dalle modalità di trasporto utilizzate, i vettori devono affrontare costantemente il problema della saturazione delle reti. Vanno quindi elaborate nuove soluzioni per sviluppare i mezzi di trasporto, in particolare in termini di capacità.

Limiti della globalizzazione

Coprendo oltre il 90% degli scambi mondiali, il trasporto marittimo resta il mezzo di trasporto più economico, ma risponde in misura sempre minore alle sfide del commercio odierno. Le cause? Una crisi di capacità che genera numerosi ritardi con impatti fortemente negativi da un lato, e la difficoltà ad aumentare la capacità delle navi cargo dall’altro, poiché ciò limiterebbe parallelamente le possibilità di accesso di questi “mostri” nei porti. Le infrastrutture in grado di accogliere navi di una certa stazza e che dispongono di mezzi sufficienti per le operazioni di carico/scarico sono infatti davvero poche.

Il trasporto su gomma, sempre flessibile e redditizio, si rivela dal canto suo la scelta inderogabile per le consegne porta a porta. Tuttavia, il suo sviluppo è limitato dalla scarsità di reperimento di autotrasportatori in Europa e in Nord America.

Anche il trasporto ferroviario non è da meno, con infrastrutture eterogenee in Europa che spesso comportano ingenti perdite economiche.

In effetti, a livello mondiale è attualmente in corso una vera e propria guerra delle rotte commerciali, ad opera di grossi investitori finanziari.

Come risolvere il problema del trasporto su gomma

Per cercare di risolvere i problemi legati al trasporto su strada, si possono esplorare diverse opzioni.

Investire nelle autovetture a guida autonoma

Le autovetture a guida autonoma rappresentano senza alcun dubbio il futuro dei trasporti, a condizione di ampliare le normative e far accettare questa nuova modalità di trasporto ai cittadini. Se da un lato le tecnologie da mettere in campo sono praticamente già disponibili, diversi sono ancora gli ostacoli da superare. È il caso di Deret, l’operatore logistico pioniere dei trasporti ecologici in Francia: nonostante appartengano alla categoria dei veicoli non inquinanti, recentemente i suoi furgoni ibridi ed elettrici si sono ritrovati la strada sbarrata alle porte di Parigi durante le prime giornate a targhe alterne!

Sviluppare il trasporto ferroviario

Il trasporto ferroviario ha sferrato la sua offensiva con l’attivazione di una nuova linea ferroviaria tra la Cina e i Paesi Bassi. Il primo treno che trasportava container merci è giunto a destinazione nel porto di Rotterdam nel 2015. Ci sono voluti soli 18 giorni per compiere il tragitto, contro i 44 via mare. Sicuramente una bella performance da replicare!

Pur dovendo ancora risolvere i problemi legati alla puntualità e al monitoraggio, le aziende fedeli al trasporto su ferrovia stanno già sperimentando nuove tecnologie per ridurre gli aspetti negativi. Ne è un esempio la partnership avviata tra la società IDEO (affiliata di ID Logistics) e la start-up Everysens per la realizzazione, nella città francese di Lille, di vagoni connessi che integrano sensori IoT per conto della società Danone Eaux.

Prevedere soluzioni alternative

Altre soluzioni interessanti sono state messe a punto per far fronte a problematiche specifiche. Citiamo ad esempio il caso di Steve Jobs, che all’epoca aveva investito 50 milioni di dollari per l’acquisto di spazi di trasporto aereo per garantire la consegna dei nuovi iMac blu traslucidi durante il periodo natalizio.

Insomma, la rivoluzione è iniziata, e le aziende non possono certamente restare a guardare. Per pensare “globale”, devono dotarsi di mezzi per operare a livello locale, in armonia con il contesto e con le specificità del mercato.

Trasporto multimodale: una risposta adatta alle esigenze dei consumatori?

Chi dice commercio mondiale, dice anche approvvigionamento internazionale, dislocamento dei siti di produzione e massificazione dei flussi di merci. Altrettante sfide da affrontare nel settore della logistica. Per rispondere a queste sfide, i player della supply chain si avvalgono sempre più del trasporto multimodale e dei molteplici vantaggi offerti da questa nuova modalità.

Un po’ di storia

Facciamo un piccolo salto all’indietro nel tempo e torniamo agli anni ’60, quando l’avvento dei container ha significato una vera e propria rivoluzione in materia di trasporto. Grazie a questa invenzione, è stato possibile instradare le merci in tutto il mondo senza rottura di carico. E questo per via marittima, aerea, ferroviaria, stradale o fluviale. Ed è proprio in questo contesto che il trasporto multimodale è riuscito a spiccare il volo.

Ma torniamo al presente. Oggi, nonostante la globalizzazione ed il fatto che i grandi siti produttivi asiatici abbiano dato un forte impulso allo sviluppo del trasporto marittimo, c’è sempre e comunque bisogno di altri mezzi di trasporto per raggiungere il consumatore finale. L’instradamento continua ad avvenire principalmente overseas (via nave o aereo), ma non è assolutamente possibile fare a meno del trasporto su strada per avvicinarsi ai porti ed effettuare le consegne a domicilio.

Il trasporto via mare non è quindi il solo ad aver tratto vantaggio dall’internazionalizzazione: sulla sua scia hanno preso il largo anche il trasporto su gomma e gli altri mezzi disponibili. Tuttavia, oltre alla complementarietà tra trasporto marittimo e su strada, sono nate anche altre forme di multimodalità. Citiamo ad esempio la Svizzera e l’Austria, che hanno sviluppato autostrade ferroviarie per trasportare unità stradali complete su treno con l’obiettivo di accrescere la regolarità degli scambi e limitare l’inquinamento ambientale.

I vantaggi del trasporto multimodale

Nato come alternativa al trasporto 100% su gomma, il trasporto multimodale (o combinato) associa come minimo due modalità diverse di trasporto, dalla partenza delle unità di produzione all’arrivo quanto più vicino possibile al consumatore finale. Il trasferimento avviene senza rottura di carico, dal momento che per tutta la durata di instradamento delle merci viene conservata la stessa unità di carico (il container).

I numerosi vantaggi offerti da questa nuova modalità giustificano l’entusiasmo che essa suscita all’interno della supply chain:

  1. miglioramento dei termini di consegna:
  2. accrescimento della sicurezza delle merci
  3. ottimizzazione dei costi legati al trasporto dei beni di consumo
  4. miglioramento delle capacità di carico, superiori a quelle del trasporto su gomma
  5. maggiore rispetto dell’ambiente

Conciliare logistica urbana e qualità di vita

Rappresentando circa il 20% delle spese di trasporto delle merci, la consegna dell’ultimo miglio rimane la sfida principale con cui devono confrontarsi gli operatori logistici. Restano tuttavia ancora da identificare nuovi schemi organizzativi che consentiranno di rispondere alle strategie commerciali delle aziende, soddisfacendo nel contempo le politiche urbanistiche ed ecologiche già in atto nei vari territori.

ll transporto multimodale potrebbe ancora una volta svolgere un ruolo determinante in questo campo. Ne sono la prova le numerose sperimentazioni già in atto e la strutturazione di piattaforme logistiche condivise nel tessuto urbano.

Per approfondire: 3PL, come risolvere la sfida della consegna dell’ultimo miglio

Qualche esempio di approvvigionamento multimodale

Diverse aziende hanno già affrontato il cambiamento scommettendo su nuove soluzioni di trasporto multimodale. Monoprix, ad esempio, ha scelto di combinare trasporto ferroviario e trasporto su gomma per i suoi approvvigionamenti nel centro cittadino di Parigi.

Dall’uscita dai magazzini verso una piattaforma logistica situata a Bercy, le merci sono in primo luogo trasportate su ferrovia. In un secondo momento, l’instradamento dei prodotti il più vicino possibile ai consumatori avviene su strada: furgoni a gas approvvigionano i punti vendita, e veicoli elettrici effettuano le consegne a domicilio.

Grazie ad una partnership siglata tra XPO Logistics, Ports de Paris e Voies Navigables de France, l’insegna Franprix (gruppo Casino) si è lanciata nell’avventura di effettuare le consegne in città sui corsi d’acqua navigabili.

Moltiplicazione degli hub logistici urbani

Quando si parla di approvvigionamento multimodale, la logistica non resta certamente a guardare. Alcune iniziative attualmente in corso nelle città di Lille, Saint-Etienne e Parigi mostrano una manifesta volontà di proporre soluzioni innovative.

Un polo multimodale di distribuzione urbana avviato operativamente nel porto di Lille nel 2015 permette ad esempio di massificare i trasporti a monte e di condividere le consegne destinate al centro città. Nello stesso spirito, l’agglomerato urbano di Saint-Etienne funge da laboratorio di consegne urbane con la condivisione della propria piattaforma di distribuzione delle merci, smistate verso le abitazioni dei residenti grazie ad una flotta di veicoli elettrici.

A Parigi, il progetto Chapelle International si profila inoltre come un’ambiziosa sfida in materia di logistica urbana. L’obiettivo perseguito è quello di reintrodurre il trasporto ferroviario nella capitale approntando un polo logistico all’avanguardia di 45.000 m2 su un vecchio snodo ferroviario situato a Porte de la Chapelle, nel 18° Arrondissement.

Di fronte alle numerose sfide poste dalla globalizzazione del commercio internazionale, il trasporto multimodale si profila oggi come una soluzione di elezione. Le sperimentazioni in questo campo si moltiplicano, con alcune soluzioni più innovative rispetto ad altre. Resta ancora da trovare però il giusto livello di regolamentazione e le innovazioni più idonee consentire ai player della supply chain di proseguire nella giusta direzione.

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